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GIOVANI, RAGAZZI E IL TEMPO LIBERO

     E’ un tema molto vasto che tento di imbastire solo in riferimento al titolo di questo articolo.

     Assilla in modo prioritario i genitori nella quotidiana concretezza, interpella la scuola e gli educatori di ogni ambito sociale e religioso per trovare disponibilità, competenza, creatività.

     Durante le vacanze e soprattutto in estate, il tempo libero viene rivendicato dagli adolescenti come un diritto sconfinato, fino a sfidare i genitori in una specie di tiro alla fune.

     Il genitore è perdente non solo nella debolezza diseducativa, ma pure in una fermezza senza il percorso faticoso del dialogo e del discernimento, tra possibilità e rischi, nelle rivendicazioni dei figli. Al genitore, 1°educatore, è richiesta una seria vigilanza e la saggezza di verificare, nelle concessioni: la sicurezza fisica, il senso civico e i valori morali.

     Il Grest parrocchiale è veramente provvidenziale in questa problematica incisiva per la formazione. Lo è in particolare per chi, individualmente o in gruppo, gestisce in modo fragile e negativo il tempo libero, disancorandolo da ogni obbiettivo e regola.

     Pensando di trovare la felicità, senza ostacoli, cedendo alla maleducazione, alla volgarità, alla stupidità, all’abuso totale della libertà, all’idolatria del telefonino…alla noia devastante.

     Non siamo riusciti, nonostante i ripetuti tentativi, a creare un gruppo giovanile alternativo, non selettivo, dove giovani più motivati e responsabili accogliessero gli altri meno interessati allo studio e alla vita di fede, più zotici, indisciplinati ma non privi di risorse interiori; amalgamandosi non solo per evitare il peggio, ma per gareggiare a dare il meglio di sé in un orizzonte più vivo, più ampio, più altruista.

     Alcuni adolescenti, a volte, frequentano un gruppo, che non è il massimo, proprio perché non ne trovano un altro migliore e non sanno come passare il tempo libero, dove andare, con chi stare quando la casa non basta più.

     Il Grest è un’oasi per tutti, bambini, ragazzi, giovani. Lo dico con l’umile esperienza di molti anni, con tanti partecipanti felici e dopo diverse richieste perché venisse prolungato in quattro settimane. E’ significativo che sia stato ancora un’attrattiva per una quindicina di giovani e per numerosi ragazzi di terza media. C’è stata da parte mia una motivata resistenza nell’acconsentire alla richiesta  di alcuni animatori, perché il ruolo sembrava troppo in dissonanza con il comportamento noto in paese e avrebbe potuto suscitare contestazioni da parte dei genitori o il disaccordo degli altri animatori più idonei. Ho accettato alla fine, ma solo dopo prolungate riflessioni scritte tramite telefonino e precisi incontri individuali nel mio studio; qualcuno di loro,  in particolare, ha collaborato sinceramente con me aiutandomi a trovare il bandolo della matassa.

     Ho posto tre condizioni: 1° il rispetto delle persone e dell’ambiente, 2° la coraggiosa non dipendenza da chi nel gruppo ha meno sale in testa e usa con gli altri l’arma del ricatto, 3° la sincerità nell’ammettere le proprie colpe perché non venga punito anche chi è innocente.

     Come hanno svolto il ruolo di animatori? Devo dire che hanno dimostrato entusiasmo e impegno superando anche le mie previsioni. Naturalmente non sempre e non in tutto.

Doveva essere così. Come prova che quando si scherza con il tempo libero, in modo prolungato, si pagano le conseguenze: nei vuoti interiori, nel peso dei vizi, nelle cattive abitudini e nel disastroso svilimento della volontà.

     Da parte mia c’è un sincero apprezzamento per la loro buona volontà che diventa motivo di incoraggiamento per il lungo lavoro educativo che mi attende.

     Dico loro grazie perché è soprattutto la presenza dei ragazzi grandi e dei giovani bravi e meno bravi insieme, a confermare la validità e attualità del Grest e a favorire una efficace pubblicità.

     Dico grazie anche ai genitori che hanno avuto fiducia  nella proposta del Grest, affidandoci tanti bambini delle elementari, dimostrando amore alla comunità e voglia di partecipare alle sue iniziative.

    La vita umana può essere una leggera passeggiata in salita, che ci porta verso panorami mozzafiato, mentre la percorriamo agevolmente se ben allenati; o una discesa molto attraente che spesso conduce verso burroni e precipizi.

     Nella salute fisica come in quella affettiva, sociale e spirituale, l’allenamento funziona se è minimamente faticoso, ma l’allenamento nelle virtù cristiane sembra pian piano diventare per molti quasi una fatica inutile.

     Ricordo quando insegnavo religione alle Superiori e avevo tante classi, anche diciotto (28-30 alunni per classe) come ci teneva il Sig. Preside  che alla fine di ogni consiglio mensile intervenissi per dare il giudizio morale sulla classe.  Come erano preoccupati nei colloqui i genitori, quasi sempre mamme, dell’interesse dei loro figli per la religione, per il sacro, per la l’ora settimanale con il sacerdote. Purtroppo molti genitori oggi non hanno la convinzione che sia determinante per loro stesssi e per i figli riservare tempo  per il Signore: lo ritengono tempo perso!

     Il Grest parrocchiale con la sua articolazione, si distingue dalle altre organizzazioni per la sua marcata dimensione spirituale: si parte ogni giorno dalla chiesa, dal tabernacolo, dalla parola di Dio, dalla preghiera, dalla meditazione, dal silenzio, dal canto (mezz’ora).

     Che consolazione vedere quindici animatori attorno all’altare e dire al Signore: “sono tuoi, te li affido uno per uno, proteggili!”. Che emozione sentire i bambini cantare con voci angeliche e con gli occhi innocenti! Che stupore poi osservare negli ultimi banchi il gruppo dellel medie! Rendono più vivace il gioco ma si vede che fanno fatica a pregare; la società non li aiuta ad acquisire certezze. Chissà quante paure inutili si portano dentro! Dico al Signore: “mi spiace che pochi hanno la vera paura: quella del peccato”.

     Così ben ancorato il nostro Grest si muove dalla chiesa ai campi giochi, dal tempo libero ai laboratori o ai tornei in sala giochi, dai giochi liberi al canto finale con gli avvisi;  dalla Val di Mello ai Saioli, dalle cascate di Piuro a Caneva, senza mai perdere di vista lo striscione sulla facciata dell’oratorio: “BELLASTORIA”. Per sentirci uniti da un unico Spirito a tutti gli altri Grest della    Lombardia, più piccoli o più grandi del nostro.

     Ma la parola d’ordine è sempre la stessa ormai da 11 anni e corre di bocca in bocca :”AGE QUOD AGIS!”,  fai bene tutto quello che fai o, meglio ancora: Tutto quello che fai, fallo per amore del Signore, dei fratelli e di te stesso!

                                                                                                           Il parroco

                                                                                                          don Marco