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Disposizioni della Diocesi di Como

Visto il Comunicato dei Vescovi Lombardi dello scorso 6 marzo e in ragione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 marzo 2020, si dispongono i seguenti provvedimenti, a cui attenersi scrupolosamente fino a nuova comunicazione. Si invitano i Vicari foranei ad assicurarsi che tutti i sacerdoti del proprio Vicariato siano a conoscenza di quanto disposto.

  • Per l’amministrazione dei sacramenti (Confermazione e Prima Eucaristia) ai ragazzi già battezzati che frequentano il cammino ordinario di Iniziazione Cristiana, si dispone che la celebrazione sia rimandata in autunno. Sarà possibile farlo, nelle modalità che saranno comunicate, a partire dalle domeniche finali del mese di settembre e nel mese di novembre 2020, fino alla solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo.
  • In questo momento di emergenza sanitaria, la nostra diocesi aderisce alla proposta della Chiesa italiana, che promuove un momento di preghiera per tutto il Paese, invitando ogni famiglia, ogni fedele, ogni comunità religiosa a recitare in casa il Rosario (Misteri della luce), simbolicamente uniti alla stessa ora: alle 21.00 di giovedì 19 marzo, festa di San Giuseppe, Custode della Santa Famiglia. Alle finestre delle case si propone di esporre un piccolo drappo bianco o una candela accesa.
  • Le chiese rimangano aperte per la preghiera personale, adottando misure organizzative tali da evitare assembramenti, favorendo un clima di accoglienza e di raccoglimento per i fedeli (candele accese, sussidi, indicazioni per le confessioni, schemi per la Liturgia delle Ore…).
  • Le Messe con il concorso di popolo sono sospese, i presbiteri celebrino quotidianamente senza popolo.
  • Si sospendano anche i matrimoni e i battesimi (naturalmente eccetto in caso di pericolo di vita).
  • Le visite ai malati da parte dei parroci sono consentite per amministrare il sacramento dell’unzione degli infermi e la comunione in forma di viatico. Sono invece sospese le visite ai malati in genere e quindi anche l’attività dei ministri straordinari della comunione.
  • I cappellani degli Ospedali e delle Case di Riposo, compresi i sacerdoti che svolgono dall’esterno un ministero in queste strutture, per precauzione interromperanno le visite ai malati nei reparti. Fanno eccezione le visite ai moribondi per l’unzione e il viatico.
  • Rimane per ora sospesa anche la visita di benedizione delle famiglie.
  • Per quanto riguarda le celebrazioni esequiali, sentite le Prefetture di Como, Sondrio, Lecco e Varese, si dispone quanto segue:
  • se c’è sepoltura: un momento di preghiera al cimitero, prima della sepoltura stessa, utilizzando i testi indicati nel Rito delle Esequie a pagina 129 e ss., alla presenza di un numero ristretto di persone e nel rispetto delle indicazioni di prudenza;
  • in caso di cremazione: un momento di preghiera al cimitero quando viene data sepoltura alle ceneri, utilizzando i testi indicati nel Rito delle Esequie a pagina 219, 233, 239 (con gli opportuni adattamenti), alla presenza di un numero ristretto di persone e nel rispetto delle indicazioni di prudenza.
  • Le veglie funebri o i rosari con convocazione pubblica presso la casa dei defunti, le “Sale del Commiato” o gli obitori sono sospesi. Il parroco o un sacerdote della parrocchia si renda vicino ai dolenti con una visita, una benedizione o una preghiera. I sacerdoti sensibilizzino i fedeli a pregare per i defunti, con il rosario, nelle proprie famiglie.
  • In questo contesto occorrerà fare in modo di evitare i contatti diretti per le condoglianze (come strette di mano, abbracci…).
  • Al termine dell’emergenza, i parroci inviteranno i parenti dei defunti di questo periodo e la comunità a ritrovarsi insieme per una celebrazione eucaristica esequiale.
  • I decessi e le esequie di questo periodo vengano comunque segnati nell’apposito registro parrocchiale.
  • Negli oratori restino chiusi i cortili e gli altri ambienti. Pertanto non si prevedano incontri, iniziative, riunioni, annullando, in ogni caso, eventi precedentemente fissati.
  • Per quanto concerne il sacramento della riconciliazione è preferibile non utilizzare confessionali, ma luoghi più ampi come la sacrestia o ambienti adiacenti la chiesa. Per la confessione nei banchi si tenga la distanza di almeno di un metro, a condizione che sia possibile garantire la dovuta riservatezza del sacramento.

A nome del Vescovo Oscar mi sento di rinnovare il ringraziamento per la vicinanza che state dimostrando al popolo di Dio, anche con iniziative di sana creatività pastorale e per l’obbedienza che vorrete assicurare a queste disposizioni, dettate dalla gravità della situazione contingente.

Don Renato Lanzetti

Vicario generale